Kill Bill, Stephen King: "Che noia! La violenza? Coreografata come i balletti nell'acqua di Esther Williams"

Tra i film che annoiato maggiormente Stephen King - a sorpresa - c'è anche una delle pellicole di Quentin Tarantino più amate dalla critica e dai fan.

Kill Bill, Stephen King: 'Che noia! La violenza? Coreografata come i balletti nell'acqua di Esther Williams'

È noto dai tempo ai fan di Stephen King che i giudizi critici del re del brivido vanno presi con le molle. Tra i film bocciati senza se e senza ma dallo scrittore c'è anche un cult amatissimo da critica e pubblico come Kill Bill di Quentin Tarantino, che King ha trovato incredibilmente noioso.

In un saggio pubblicato su Entertainment Weekly nel 2007, Stephen King smontò il film di Quentin Tarantino senza troppe remore scrivendo:

Lucy Liu (O'Ren Ishii) in una scena di Kill Bill: Volume 1
Lucy Liu (O'Ren Ishii) in una scena di Kill Bill: Volume 1

"Nel corso di una sola settimana, ho visto un film che contava decisamente [Mystic River, ndr] - forse il miglior film che ho visto negli ultimi 30 anni - e uno che non contava; uno che, in effetti, era piuttosto insignificante".

Il film insignificante era proprio Kill Bill: Volume 1, che King usa come esempio per mettere in guardia dai giudizi della critica, invitando i lettori a non credere ciecamente a ciò che leggono. "Probabilmente avete letto delle buone recensioni, forse anche su questa rivista" ammonisce l'autore di It. "Non cretegli. Ricordate che i critici cinematografici vedono i film gratis. Inoltre, non devono pagare la babysitter o 10 dollari per il parcheggio. Sono quindi propensi a estasiarsi per opere narcisistiche come Kill Bill".

Vivica A. Fox in una scena di Kill Bill: Volume 1
Vivica A. Fox in una scena di Kill Bill: Volume 1

Il romanziere del Maine non ci va giù tenero, sostenendo che Kill Bill manca dell'autoironia di opere "come Mars Attacks! o Mamma cara; è semplicemente ottusamente pieno di sé. Uma Thurman ce la mette tutta, ed è la cosa migliore del film, ma alla fine è costretta a interpretare una donna che è un'etichetta invece che un essere umano: lei è, Dio ci salvi, la sposa".

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La penna tagliente di Stephen King si sofferma poi sulla violenza grafica e stilizzata, marchio di fabbrica di Tarantino, scrivendo che "nel film la violenza è coreografata come le danze nell'acqua di Esther Williams. Quando la Sposa elimina almeno 70 scagnozzi a colpi di kung-fu in una scena, il sangue sgorga dagli arti amputati, spesso in graziose spirali. E la litania di battute del film è così noiosa. Non c'è nemmeno un finale, ci viene semplicemente detto di rimanere sintonizzati per saperne di più: altri calci e lanci di karate, altri gridi di battaglia che suonano come il canto degli uccellini. Il film è certamente ben fatto e la storia attira un po' del nostro interesse man mano che procede, ma noioso è pur sempre noioso, non è vero? Tutto quello che sto facendo qui è cercare di focalizzare i sentimenti di vaga insoddisfazione che potreste provare alla fine del film, la sensazione che siete venuti per divertirvi e vi siete ritrovati a scaldarvi le mani davanti al falò delle vanità di Quentin Tarantino".